Dal '700 al '900:
la Storia di Como continua
Il secondo tomo dell'opera
coordinata da Giorgio Rumi: un viaggio intorno ai temi della
storia, della scienza e dello sport Ricostruite le vicende
delle scuole istituzionali ma anche delle Associazioni culturali
che arricchiscono la comunità lariana
Siamo in partenza per un viaggio,
che ci porterà a conoscere alcuni aspetti della vita
sociale della nostra città e del suo territorio, tra
la fine del '700 e la prima metà del secolo scorso.
Il mezzo di trasporto è un… libro, il secondo
tomo del quinto volume della Storia di Como: dall'età
di Volta all'epoca contemporanea (1750- 1950). Ricordiamo
che il coordinatore del quinto volume, col quale si è
deciso di avviare l'operazione editoriale, è Giorgio
Rumi, stimato docente universitario, originario del lago.
Nel viaggio percorreremo territori noti, ma faremo anche scoperte,
che possono interessare sia gli studiosi, sia i comuni lettori.
In questo speciale itinerario ci guideranno tre "esse".
La prima, evidentemente, sta per storia. La ricostruzione
storiografica ormai non frequenta più solo la dimensione
politica, anzi, spazia, e questo libro è una delle
tante dimostrazioni, sempre più nelle pieghe della
vita sociale, fornendo una panoramica complessa, un vero caleidoscopio,
con più chiavi di lettura. Leggendo l'indice del secondo
tomo si ha modo di apprezzare, anche in tal senso, la ricchezza
del progetto editoriale (innovativo, per alcune scelte). Si
spazia, infatti, dai protagonisti della scienza lariana (dove
Volta la fa da padrone, ma è in buona compagnia con
Piero Caldirola e Giuseppe Cocconi), agli articolati capitoli
sulle ville e i giardini, con tanto di censimento delle stesse
(qui il saggio di Alberto Rovi spicca per la profusione di
documenti d'epoca presentati), si arriva alla Como della letteratura
(in questo caso è doveroso un omaggio alla memoria
di Arturo Della Torre, firmatario del notevole contributo
dedicato a questa nel Novecento; tra l'altro Della Torre,
insieme ad Antonio Spallino, fu uno degli antesignani del
progetto Storia di Como), fino ad arrivare alla chicca delle
guide turistiche del lago. Faremo "tappa" su due
capitoli. Troviamo la nostra seconda "esse" nel
saggio di Gianpiero Fumi La scuola e l'istruzione professionale.
Tale discorso panoramico sulla scuola lariana è, per
molti aspetti, una novità (ricordiamo in materia, lo
studio di Carlo G. Lacaita, dedicato, però, al periodo
1859- 1914, apparso negli atti del convegno «La Provincia
di Como dal 1861 al 1914», nel 1985). Si sa che nelle
nostre terre, nell'Ottocento, a fronte di una situazione nazionale
di diffuso analfabetismo, ci si trovava, invece, in una felice
eccezione: la percentuale di analfabeti, per quanto notevole,
era tra le minori del paese. Fumi ricostruisce le vicende
della scuola istituzionale, quale il Liceo, ma anche il mondo
degli Istituti professionali, dalla Ragioneria al Setificio,
per citare esempi, poi si addentra in una serie di iniziative
scolari diversificate, dalle scuole operaie e serali, alla
preparazione tecnica di figure professionali, dall'interesse
per l'educazione femminile, al capitolo dei collegi e convitti
(religiosi e laici). Nel suo studio si trovano nomi di insegnanti
privati, alcuni dei quali alcuni, come Ignazio Telfy-Zima,
ebbero intuizioni vincenti: aprire corsi di lingue, innovativi
ed opportuni, in una città dedita al commercio serico.
A Como, infine, brillò la stella della Pro Cultura
Popolare, poi Istituto Carducci. L'ultima "esse"
che fa da riferimento al nostro cammino è quella dello
sport. Stimolante, nuovo e significativo è il capitolo
firmato da Sergio Giuntini Lo sport a Como tra lago e montagna.
Qui si entra, a pieno titolo, anche nel grande universo del
tempo libero e della nascita,o della mutata concezione dello
stesso tra Otto e Novecento, con il passaggio dalla dimensione
di èlite, a quella sempre più allargata. Lo
sport è una delle spie di crescita sociale. Quello
lariano, poi, ha grandi legami con quello svizzero e col sentire
risorgimentale. Giuntini indaga minuziosamente, fa tesoro
della pubblicistica settoriale comasca e la esalta in una
lettura storiografica di notevole respiro. Certo, ci sono
i grossi calibri, come la Ginnastica Comense 1872 (una decana,
non solo su scala locale), ma ci sono anche i piccoli sodalizi
oggi, forse, dimenticati (vedi la Costantia, legata al mondo
cattolico e a S. Filippo), che pure furono importanti. Si
trova di tutto, dagli sport acquatici, alle corse di cavalli,
dalla nascita del calcio locale (il Como vide la luce nel
1907), al tennis, all'alpinismo, passando per il "glorioso"
apparire della bicicletta, fino ad arrivare allo sport femminile.
Ce n'è per tutti i gusti. Non va poi dimenticato che
le associazioni sportive, come l'associazionismo in genere
(del quale si parlerà, tra l'altro, nel terzo tomo
in uscita a fine 2005), furono, a livello partecipativo, come
dimostrano gli statuti, vere palestre di democrazia, oltre
che di ginnastica. Nel volume accanto ai saggi storici sono
da segnalare il corredo fotografico e gli apparati critici.
Rosaria Marchesi